Arte e tradizione alla base della più antica mostra antiquaria d’Italia, in una città magica che affonda nella leggenda etrusca le proprie radici.
Quella che oggi si chiama “Cortonantiquaria” nel 1963, anno in cui aprì i battenti per la prima volta, era la Mostra Mercato Nazionale del Mobile Antico. Per la realizzazione della prima edizione fu stanziata la somma di 150mila lire e al primo appello aderirono in quattordici: antiquari, restauratori, artigiani.
«Più che una mostra,»come ebbe modo di dichiarare il Comm. Giuseppe Favilli allora Presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Cortona,
«fu una commovente e spontanea improvvisazione. Ne scaturì il mirabile compendio d’una preziosa “bottega” umbro-toscana del ’500. La mostra però ebbe il risultato di adattarsi alla città come un vestito su misura.»
Cortona vi trovò una delle sue più genuine e profonde vocazioni: sopra le pietre antiche l’oggetto antico, un congeniale inserimento nell’ambiente naturale della città, la sintesi felice di un mondo tutto la riscoprire. La scelta infatti fu vincente, considerando la profonda tradizione, di grande valore economico e culturale, di arte antiquaria e maestri restauratori che da sempre esisteva a Cortona. A quell’epoca, l’unica altra esposizione antiquaria esistente, anch’essa appena nata, era quella della Biennale di Firenze.
La mostra del 1963 ebbe inizio l’11 agosto e si chiuse il 15 settembre. Lo spazio a disposizione dei singoli antiquari, quello che oggi si chiama stand, fu segnato con i gessi. Per facilitare il trasporto del materiale, l’organizzazione mise a disposizione degli antiquari un furgone che, in alcuni giorni, facendo il giro presso i magazzini e i negozi, portò tutti gli oggetti e i mobili nella sede espositiva.
Nel 1964, visto il successo della prima edizione, il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Cortona prese contatti con il vescovo di Cortona Mons. Giuseppe Francolini che, con grande disponibilità e lungimiranza, diede in affitto i locali del Seminario Vescovile di Palazzo Vagnotti, da allora sede principale della mostra. L’ingresso a Palazzo Vagnotti rappresentò la vera svolta della Mostra. Ancora oggi quelle stanze sono l’elemento che più caratterizza la manifestazione e che la rende unica rispetto alle tante esposizioni che si tengono in tutta Italia.
Gli anni iniziali furono difficili ma ricchi di soddisfazioni, e la mostra diventò molto conosciuta e apprezzata in Italia. Il suo segreto è sempre stato quello di rappresentare qualcosa di più di una manifestazione commerciale e di essere specchio e riflesso di un’intera città che vi si riconosce come in nessun’altra iniziativa. Uno degli elementi fondamentali del suo successo e della sua unicità nel panorama italiano è stato quello di non fermarsi all’arte antiquaria ma di proporre sempre nuove idee, nuovi percorsi, nuove prospettive di Cortona e della sua arte. Fin dalla prima edizione, infatti, si pensò di abbinare alla visita antiquaria anche altri luoghi o originali mostre collaterali realizzate per l’occasione. Già nei primi anni di vita, gli anni Sessanta, la Mostra si offriva come vetrina originale di eventi culturali ed occasioni di riscoperta del patrimonio nascosto, ma sempre straordinario, della città di Cortona.
Con il biglietto d’ingresso della prima mostra, ad esempio, veniva data la possibilità di visitare il palazzo Comunale e le prestigiose sale del Palazzo dei Marchesi Bourbon di Petrella in via Guelfa; per la seconda edizione con il biglietto si dava la possibilità di visitare il Palazzone Passerini, villa principesca del ’500 dove si possono ammirare i bellissimi affreschi del Papacello. Nel 1968 la mostra collaterale riguardava “l’Arte del legno a Cortona” con un particolare focus storico ed artistico nel bellissimo soffitto intarsiato del Museo Diocesano nella stanza che custodisce l’Annunciazione del Beato Angelico. Nel 1969 fu la volta di un approfondimento del famoso “Reluqiario Vagnucci”; nel 1974, di un percorso cittadino che riscopriva gli organi antichi delle chiese cortonesi (qui infatti vi è una grande tradizione di costruttori d’organi da chiesa). Nel 1975 venne proposta l’originale scoperta del “Boccadoro”, illustratore cortonese, nella sua trasferta parigina; nel 1980 una mostra ripropose la storia dell’arte campanara a Cortona. Il 1982 fu l’anno di Gino Severini, concittadino amatissimo che spesso ha caratterizzato con la sua presenza la storia della Mostra Antiquaria. Nel 1988 fu la volta di Pietro Berrettini.
Gli anni Novanta hanno segnato un ulteriore slancio in avanti. Si realizzarono tante grandi mostre collaterali che hanno
riscosso successi anche clamorosi, come l’esposizione del 1996 che presentava per la prima volta al pubblico la collezione di opere dei
pittori Macchiaioli appartenente alla Cassa di Risparmio di Firenze.
Gli anni Duemila hanno visto la mostra attraversare con alterni successi i grandi cambiamenti vissuti dal mercato antiquario e, più in generale,
dalla società italiana, raggiungendo, però, un equilibrio organizzativo e di gestione che ha garantito alla manifestazione un rinnovato
successo ed un grande apprezzamento del pubblico. La mostra ha mutato la propria pelle, senza però mai rinnegare la propria storia.
Ecco che nel 2001 la Mostra Mercato Nazionale del Mobile Antico evolve in Cortonantiquaria, un nome che racchiude in sé
tutti i profondi legami territoriali e di genere.
Il successo, per fortuna, arride anche alla “nuova” mostra e la radica ancora di più nel cuore del pubblico e della città.
La dimostrazione sta proprio nella continuità dell’affetto del pubblico e dei personaggi illustri che a distanza di più di cinquant’anni continuano
a frequentare la mostra.
Nel 1963, la prima edizione ebbe come visitatore inatteso uno dei massimi esponenti della cinematografia mondiale: Luchino Visconti, che senza
clamore ma con grande umanità si presentò all’ingresso della mostra e la visitò; a distanza di quarantanove anni, nel 2011, in un mondo
completamente globalizzato, un altro monumento del cinema mondiale ci ha fatto visita, anch’esso senza clamore quasi rispettando la genuinità
della mostra e la storia di Cortona: George Lucas, il regista della saga “Guerre Stellari”.
Un filo tenue ma profondo lega queste due visite distanti quasi cinquant’anni, il filo del cinema certo, ma
soprattutto l’amore per l’arte antiquaria e la città di Cortona.
Tra queste due grandi leggende del cinema tanti personaggi della cultura, della politica, dello spettacolo,
dell’arte hanno varcato la soglia di Palazzo Vagnotti: senza voler fare torto a nessuno, ricordiamo Francois Mitterrand, Amintore Fanfani,
John Huston e Giorgio Napolitano.
Una delle novità più importanti che hanno caratterizzato l’ultimo decennio della mostra è la nascita di un nuovo appuntamento di grande prestigio
che si va ad affiancare alla ormai tradizionale proposta di iniziative collaterali: si tratta del Premio Cortonantiquaria.
Il Premio nato nel 2001, proprio in concomitanza con il varo del nuovo nome della mostra, si è saputo imporre quale riconoscimento prestigioso ed
ambìto. Negli anni sono stati insigniti di questo premio personaggi come Mario Monicelli, Inge Feltrinelli, Patrizio Bertelli, Philippe Daverio,
Renato Balestra, Nicola Arigliano, Giulio Stanganini, Andrè Rieu, Franco Migliacci, Piero Antinori e Jannis Kounellis.
L’idea è quella di premiare uomini e donne che con la loro personale storia umana e professionale abbiano rappresentato un modello ed un esempio
alto del genio italiano, e abbiano un legame speciale con la città di Cortona.
Oggi, la 62a edizione rappresenta ancora di più un punto di partenza, più che un prestigioso traguardo; una nuova sfida per una manifestazione, la Cortonantiquaria, che ha riconquistato definitivamente il suo posto tra le grandi mostre antiquarie d’Italia, grazie all’impegno di tutti e soprattutto del pubblico: il vero arbitro del nostro cammino.
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